Post by col. Walter E. Kurtz on Jan 25, 2015 5:09:33 GMT 1
La discussione che segue malgrado le migliori intenzioni, potrebbe contenere degli spoiler, continuate a vostro rischio e pericolo.
Innanzitutto 2 precisazioni: a)essendo che il film ha realizzato in circa un mese più di 180 mil di dollari ero indeciso se pubblicare questa discussione nell'area blockbuster più che in quella Autori, ma in fin dei conti Eastwood resta pur sempre un autore secondo una concezione più tradizionale di cinema, quella in cui il regista detiene una determinata visione d'insieme del prodotto filmico, una chiaro punto di vista sugli eventi nitidamente espresso attraverso la narrazione, discutibile o opinabile che possa essere, ma pur sempre coerentemente individuabile. Nel momento in cui scrivo queste righe non ho ancora visto il film e quindi non posso sapere quanto questo genere di aspettative, sulla dimensione autoriale di questo film possano essere disattese o meno. Si tratta perlopiù di un promemoria. b) la visione del film secondo il sistema di valutazione americano è soggetta a restrizione per i minori di anni 17 che non siano accompagnati da adulti. Ho ritenuto idoneo, visto la natura di commentario di questo post, di non dover restringere la visibilità di questo post ai minori di anni 18. | |
Rated: R (Under 17 requires accompanying parent or adult guardian.) | Directed by Clint Eastwood Produced by Clint Eastwood Robert Lorenz Andrew Lazar Bradley Cooper Peter Morgan Written by Jason Hall Based on American Sniper by Chris Kyle Scott McEwen Jim DeFelice |
Come ho già precisato questo post è una sorta di promemoria o segnaposto in cui intendo affrontare quelle che sono le mie aspetative su questo film, l'aria di polemica e contestazione che tira, la discussione sull'opportunità o meno di ritrarre la guerra in Iraq dal punto di un cecchino, e le polemiche che circolano nella sfera dei social media sulle dichiarazioni attribuite a Chirs Kyle o ricavabili dalla lettura del libro da cui è tratto il film.
Premessa 1: che si tratti della storia genio che ha rivoluzionato la nostra idea del cosmo e riscritto la teoria del tutto, o dell'eroe che posto le basi dell'informatica moderna ma ha scontato con l'emarginazione sociale e il disonore militare la sua diversità, o che sia invece la storia del più fascistoide dei militari appena un attimo distante dal Fredrick Zoller di Inglorious Basterds, non basta la stupidità e l'ottusità di un personaggio per comprendere il punto di vista espresso in un film.
Credo dovrebbe essere scontato [ma data l'aria che tira forse non fa mai male ribadire] che per quanto fascistoide e offensivo possa essere il sgt.Hartman di Full Metal Jacket, per quanto vile e dedito l'ultraviolenza possa essere Alex in a Clockwork Orange, per quanto completamente schizzato e dissociato possa essere il John Rambo in First Blood, non sta scritto da nessuna parte che raccontando una storia tramite questi personaggi si chieda allo spettatore di identificarsi col punto di vista del personaggio, di giustificare le loro azioni, di vicendevolmente di empatizzare con Palla di Lardo o con Joker.
Un film o un'opera teatrale non sono una partita di calcio dove lo spettatore è chiamato a fare il tifo per una linea narrativa, una fazione o un personaggio: certi film descrivono un quadro più ampio e complesso, articolato e non privo di sfumature che non è possibile leggere in modo così netto da poter individuare dei buoni e dei cattivi. Certi personaggi, a volte scelti come protagonisti, sono ben lontani dall'offrire un qualcosa in cui uno spettatore possa identificarsi: e certi autori costruiscano i loro personaggi appositamente in modo che permanga una certa distanza fra loro e gli spettatori, che vengono sospinti attraverso questo metodico distacco ad esercitare un giudizio critico sulla storia che gli viene messa davanti, e di riflesso un giudizio critico nei confronti del tempo e del contesto in cui le vicende di questa storia sono ambientate. Eh che diamine! La storia del teatro del ventesimo secolo ci ha dato Brecht, ma siamo qui nel 2015 e ancora ci risulta difficile come spettatori di cinema nutrire anche solo il minimo sospetto che assumere un determinato punto di vista nel raccontare una storia non sia necessariamente una giustificazione, un'adesione o un'esaltazione di quel determinato punto di vista.
Un film è un'alchimia complessa, un equilibrio di fattori in cui paradossalmente non è rilevante quanto disprezzabile, lineare, banale possa essere il materiale di partenza per la creazione di un soggetto, quanto piuttosto la lettura che l'opera filmica ne da in sé tramite gli strumenti del cinema: altrimenti non ci sarebbe differenza fra Shining di Kubrick e lo sceneggiato tv del 1997 supervisionato da King. Paradossalmente un buon regista che non sia Snyder potrebbe trarre un buon film anche da 300 di Frank Miller, senza necessariamente mettere su qualcosa dello spessore di un cartonato.
Premessa 2. Ho i miei dubbi che Clint Eastwood sia rincoglionito tutto assieme, e vorrei aver modo di vedere prima di eventualmente crocifiggerlo.
Premessa 3. Si potrebbe discutere tutto il giorno su quanto tutta una fetta del pubblico americano e mondiale in senso più generale possa risultare impermeabile a tutta una serie di finezze, sfumature e delicati equilibri di fattori. Si potrebbe altresì parlare di quanto, contrariamente a ciò che un minimo di cultura cinematografica di base dovrebbe insegnare, tutta una parte di pubblico sia disposta ad andare a vedere un film non esattamente "semplice" con la stessa attitudine con cui si reca a vedere una partita di pallone: col desiderio di fare il tifo, lanciare bombe carta e rovesciare i motorini dagli spalti. Si potrebbe discutere dell'opportunità di gettare altra benzina sul fuoco dell'incomprensione fra oriente e occidente: di quanto un qualunque prodotto culturale non risieda in un vuoto pneumatico ma si inserisca piuttosto in certi meccanismi sociali, in parte assecondandoli e in parte influenzandoli, in modalità che non sono esattamente deterministiche e di immediata comprensione come una certa critica vorrebbe farci credere. Possiamo discutere e confrontarci, ma su certi punti ben precisi non intendo trattare, né muovermi di un passo.
American Sniper, sia esso un film di merda o il film dell'anno, non è un film pericoloso in sé: non esistono film propriamente pericolosi, ma è la stupidità delle persone ad essere pericolosa, ed è la stupidità delle persone che occorre combattere tramite l'esercizio del pensiero critico e il confronto - lasciarsi condizionare dal timore di ciò che potrebbe intendere o fraintendere di un film un certo numero di idioti, da una parte o dall'altra della barricata, e conseguentemente impedire o osteggiare l'uscita di un film basandosi su questo malinteso senso di politicamente corretto, si chiama con un nome ben preciso: censura.
Fatte queste premesse rimando il proseguimento dell'eventuale discussione a dopo che avrò completato la visione: se intanto qualcuno di voi ha visto il film e vuole già aggiungere il suo commento si senta liberissimo di intervenire. L'unica accortezza che vi chiedo è quella di preannunciare eventuali rilevanti spoiler.